Spes non confundit, ‘La speranza non delude’. Questo il titolo della Bolla di Indizione del Giubileo del 2025 diffusa da Papa Francesco. La speranza è il messaggio centrale del Giubileo.
Il tema della speranza mi rimanda al brano dei discepoli di Emmaus, in particolare alle loro parole rivolte al misterioso pellegrino che cammina accanto a loro: “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele…” (Lc 24,21). I due si allontanano da Gerusalemme delusi ed amareggiati dall’apparente sconfitta di colui che credevano il Messia. Sono sconfortati perché non riescono ad interpretare ciò che sta accadendo. Avevano in mente solo la loro interpretazione dei fatti, non erano disponibili a cambiare punto di vista, a lasciarsi capovolgere.
Quante volte è capitato anche a noi? Quante volte anche noi abbiamo detto: speravamo che questa situazione andasse così, speravamo che si aprisse questa possibilità, speravamo che questo problema si risolvesse…e invece arriva la delusione (spesso legata ad un’illusione precedente) e vediamo tutto nero, anche dove tutto nero non è.
In queste situazioni abbiamo bisogno di qualcuno che si avvicini e cammini accanto a noi, che ci indichi la fonte certa della speranza, la Parola di Dio, che ci faccia incontrare con Colui che è la Parola. Solo così possiamo ritrovare la Speranza, che “non è solo un pensiero positivo. La nostra speranza ha un nome, si basa sulla nostra fede in Gesù Cristo. Non è qualcosa, ma Qualcuno” ha affermato il Vescovo ausiliare Birkhofer.
Quando recitando il Credo diciamo: “Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore” affermiamo che in Gesù possiamo avere accesso diretto al Padre, in Lui possiamo diventare figli nel Figlio.
Questa realtà come cambia la nostra vita? Come questo si collega alla nostra speranza? Se crediamo in un Dio che è Padre, allora possiamo credere senza dubitare che la vita di ciascuno di noi ha una buona origine, e che non sbagliamo se continuiamo a sperare. Solo i cristiani chiamano Dio Padre, cioè solo grazie a Gesù è possibile conoscere Dio in questo modo. E solo grazie a Gesù è possibile diventare figli di questo Padre. Se davvero capissimo profondamente ciò che questo significa per la nostra vita, tutto cambierebbe…
La nostra speranza è basata su una promessa che ci viene fatta dal Padre e dal Figlio. La promessa non è che tutto andrà bene, che non ci saranno momenti difficili, di crisi, di dolore. La promessa è quella dello Spirito Santo, il Dono dei doni, Colui che ci regala la postura giusta con la quale stare nelle diverse situazioni, lo sguardo giusto, che ci mostra le scelte da fare. E ci rende inaspettatamente fecondi.
La vita cristiana è un cammino, si procede passo per passo, ed il cammino “ha bisogno anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza”, scrive Papa Francesco.
In quest’anno ci saranno, per ciascuno di noi, personalmente e comunitariamente, diversi momenti forti. Ed ognuno potrà scegliere se e come riconoscerli, come viverli, come approfittare di queste grandi occasioni, siano esse speciali o nascoste in un quotidiano apparentemente ordinario.
Le esperienze che alcuni giovani condividono nella nostra rivista possono essere anche considerate ‘momenti forti’ che alimentano la speranza sia di chi si mette in cammino per incontrare sia di chi viene incontrato. L’incontro con ogni altro da sé è anche incontro con l’Altro e con l’Oltre. “La speranza non vive di grandi libri, di articoli e così via… vive di incontri... vive della testimonianza. Abbiamo bisogno di radici di speranza che ci parlino di ciò che ci incoraggia e ci dà fiducia, anche nei piccoli passi. Come cristiani siamo in viaggio per migliorare questo mondo, che è in disordine” ha sottolineato il vescovo Birkhofer.
Da figli nel Figlio, pellegrini di speranza, possiamo allora invocare:Vieni, speranza del mondo, … Fa’ di noi i prigionieri della speranza: e l’intera vita nostra Ti venga incontro con segni inequivocabili d’attesa.
Giulia
* Rivista Sulle strade dell'esodo 2024 n.4 (Leggi tutto)
*Artículo en español Por los caminos del éxodo 2024 n.2 (Leer revista)

